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Visualizzazione dei post da maggio, 2019

L'uomo centrato, in movimento

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L'uomo “centrato” dovrebbe essere come un albero: con le radici ben piantate nel terreno e le fronde che si innalzano verso il cielo. Le radici dell'uomo centrato puntano verso la sua interiorità, lo tengono ancorato alla terra su cui poggia e gli indicano la sua mutevole miseria, spingendolo all'umiltà. Le fronde al contrario gli ricordano il suo legame col mondo incorruttibile dello spirito, col mistero insondabile della divinità e con tutte le cose che sfuggono alla sua comprensione. Il tronco è simbolo dell'unità della sua natura materiale e spirituale. Tuttavia l'uomo è ben più di un albero, perché può muoversi nello spazio e nel tempo. Un uomo centrato, al contrario di un albero, non è in costante equilibro, bensì, come nell'atto del camminare, viene ripetutamente sbilanciato da due forze che equilibrandosi lo spingono in avanti. Si tratta del senso della realtà, che gravita verso terra, e della speranza, che punta verso il cielo. ...

L'app che mancava

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L'inserto del Corriere della Sera di martedì 21 maggio Il ragazzotto nella foto, che ci tiene a far sapere di aver vinto un concorso in Goldman Sachs ma di aver poi scelto di lavorare per l'Unione Europea, ha inventato un'app che serve a raccogliere dati sui migranti per poi girarli alle aziende. Si chiama "Mygrants" e classifica le persone per conoscenze e competenze, aiutandole anche ad apprenderne di nuove (in particolare sui simboli e sul funzionamento dell'Unione, per cui ad esempio chi impara quante stelle ha la bandiera europea guadagna punti). Attualmente viene testata a Bologna su invito, ma come lascia intendere l'inventore potrebbe servire anche ad altre tipologie di persone per rendersi più appetibili e trovare lavoro. Siccome è davvero una "buona notizia", mi permetto di suggerire un testo pubblicitario per l'app implementata:  'Gestisci un cantiere a cui manca qualche ora-lavoro per rispettare la consegna? Hai...

Carne da statistica

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Non è possibile stab­ilire un rapporto di­retto tra la chiusura dei porti italiani da Minniti in poi e la diminuzione dei morti nel Mediterran­eo, come a suo tempo non era possibile stabilire un rapporto diretto tra l’attiv­ità delle ONG e il loro aumento (senza contare i morti nel deserto e nei cent­ri di detenzione lib­ici, quelli uccisi all'arrivo per l’espianto degli organi e i morti viventi, sradicati e con tu­rbe psichiche, che bivaccano nelle campagne o ciondolano per le nostre città). Non si può quindi afferm­are che Salvini abbia salvato vite umane. È certo invece che la fredda matematica piegata all’ideolo­gia da professorini per cui era giusto “morire per Maastrich­t” ha già fatto fin troppe vittime.