Come un sogno nel sogno – Eric Voegelin e la lotta al terrorismo

Il filosofo Eric Voegelin (foto dalla rete)


La nostra esistenza non è condizionata solo da qualche economista defunto, come diceva John Maynard Keynes, ma anche da alcuni filosofi. Nel 1945, al termine della seconda guerra mondiale, è uscito un libro destinato a grande successo: La società aperta e i suoi nemici. L'autore, il filosofo Karl Popper, era un grande amico dell'economista liberale Friedrich von Hayek, padre nobile del moderno liberismo economico. Entrambi in quegli anni svilupparono una riflessione per rispondere alle cause economiche e culturali del conflitto che aveva devastato l'Europa. La guerra era vista dai due autori come la continuazione con altri mezzi della lotta economica tra gli stati, e come la conseguenza della volontà di alcuni teorici e politici di imporre ad altri le proprie idee, ritenute verità assolute. Pertanto, secondo loro, per evitare future guerre gli stati non dovevano più intervenire direttamente nell'economia, mentre la tolleranza verso le idee altrui doveva diventare l'unico principio morale assoluto. Due convinzioni fondamentali che completavano le precedenti erano che il mercato fosse in grado di regolarsi da solo per il meglio e che le persone identificate come intolleranti non potevano essere tollerate nella società aperta.

Veniamo quindi ai nostri giorni prima di fare un altro passo indietro che spieghi meglio la questione. Facendo un giro sui social media, dagli Stati Uniti alla Cina, tra i critici del mondo attuale un nome rimbalza costantemente in cima alla classifica dei “cattivi”, facendo pensare a un “supervillain” degno di qualche fumetto Marvel: George Soros. L'ex finanziere di origine ungherese, oggi “filantropo” mondiale, è un discepolo dichiarato di Karl Popper, tanto da aver chiamato la sua fondazione “Open Society”. Attraverso le ONG da lui finanziate, infatti, promuove sistematicamente l'abbattimento di ogni frontiera – geografica, economica o culturale –, a tutto vantaggio di quel libero mercato che lo ha reso immensamente ricco, mentre le persone che dovrebbero beneficiarne sono in realtà quasi sempre vittime inconsapevoli dei suoi esperimenti di ingegneria sociale. Negli ultimi giorni ha fatto scalpore la dichiarazione del ministro della giustizia Andrea Orlando di voler censurare gli intolleranti su Internet, anche affidando ad alcune ONG il compito di cancellare i loro post non allineati al pensiero dominante, mentre sui social due settimane fa ha suscitato indignazione la notizia dell'ingegnere di Google licenziato per aver sostenuto che gli uomini e le donne sono biologicamente diversi e che l'ossessione dell'azienda per il politicamente corretto rischia di danneggiarla. Chi si stupisce per questi fatti non ha compreso l'origine ideologica del mondo in cui viviamo, mentre altri che l'hanno capita tendono ad osservarlo da una prospettiva limitata, come il giovane filosofo Diego Fusaro che pure con le sue analisi marxiste riesce a smascherare il sostrato materialistico dell'ideologia dominante, evidenziando come l'eterna lotta di classe sia oggi vinta dai più ricchi.

Per comprendere la reale natura del mondo in cui viviamo non basta guardare in basso o in orizzontale ma bisogna anche guardare in alto. Ne era convinto un contemporaneo di Popper e Von Hayek, il filosofo tedesco naturalizzato statunitense Eric Voegelin. Secondo lui in ogni epoca e all'interno di ogni persona c'è una spaccatura tra lo spirito e il potere, ovvero «l'uomo, nella sua autonomia, può ordinare sé stesso e la società orientandosi verso la trascendenza o emancipandosi nella sua esistenza immanente e terrena». Per sostenere la sua convinzione Voegelin cita molti autori del passato, come Omero, Platone e Sant'Agostino, ma anche un filosofo francese della generazione precedente, Henri Bergson. Infatti in un'altra epoca di crisi, conseguente al crollo finanziario del 1929, Bergson si era interrogato sulle forme della società e in un'opera del 1932 aveva coniato il concetto di “società aperta”, per certi versi simile a quella di Popper ma con un'origine e alcune caratteristiche significativamente diverse. Cito ancora dal saggio di Voegelin Che cos'è la storia?, che così descrive l'intuizione di Bergson: «la coesione della società chiusa deriva dal mito; la transizione verso una società aperta, ove si verifichi, è segnata dall'apertura dell'anima all'esperienza della trascendenza». Quando l'uomo si rende conto di essere limitato, insomma, è più propenso ad accettare idee e pratiche altrui e ad utilizzarle per progredire verso mete inattese. Secondo Voegelin, una società sana è quella in cui c'è una tensione costante tra i due poli, il potere e lo spirito, l'immanenza e la trascendenza, la “gnosi” e la “noesi”. Tuttavia, come riconosciuto anche da Popper e Bergson, ogni “gnosi”, ogni visione del mondo, tende a diventare verità assoluta e simbolo politico universale. Un seguace italiano di Voegelin, il filosofo Augusto Del Noce, ha spiegato bene l'evoluzione delle tendenze gnostiche, chiarendone le notevoli differenze: la gnosi antica vedeva il mondo come totalmente negativo e gli gnostici cercavano di trascenderlo, gli gnostici “cristiani” come Gioacchino da Fiore lo rivalutarono parzialmente, in quanto poteva essere trasformato dall'azione dello Spirito, mentre la gnosi moderna si caratterizza come una «immanentizzazione dell'eschaton cristiano», ovvero rivaluta totalmente il mondo come luogo in cui l'uomo, non condizionato dal peccato originale, può salvarsi da solo costruendo un “paradiso in terra”. Questa convinzione in ambito scientifico si è tradotta nello “scientismo” condannato da Popper, in ambito religioso nel “modernismo” condannato per la prima volta da Pio X, nella filosofia novecentesca nel mito della “società aperta”, svelato da Voegelin come sogno gnostico.

Come Anakin Skywalker, infatti, la “società aperta” è vissuta abbastanza a lungo da diventare il male che aveva giurato di distruggere, ma Voegelin lo aveva capito al suo esordio identificandola come una forma particolare della gnosi moderna. Per spiegare meglio il concetto di “mondo di sogno” elaborato da Voegelin in relazione a molte costruzioni gnostiche, ovvero “religioni civili” come il nazismo e la società aperta che lo ha sostituito, due giorni fa ho pubblicato sul canale di Telegram legato a questo blog un paragrafo tratto dalla sua opera La nuova scienza politica del 1952. Riproposto poco dopo anche sul mio profilo Twitter, il brano è stato più volte condiviso raggiungendo in meno di un giorno più di mille interazioni e tredicimila visualizzazioni, motivate anche dal fatto che le sue considerazioni aiutano a capire meglio alcune “operazioni magiche” della stretta attualità come l'uso dei gessetti colorati, delle chitarre e delle immagini di gattini in risposta ad attacchi terroristici come quello avvenuto tre giorni fa a Barcellona. Lo riporto integralmente:
«L'identificazione fra sogno e realtà elevata alla dignità di principio ha conseguenze pratiche che possono apparire strane, ma che non si possono considerare sorprendenti. L'analisi critica del rapporto causa-effetto nella storia è bandita e quindi diventa impossibile in politica la razionale coordinazione fra mezzi e fini. Le società gnostiche e i loro leaders riconoscono certo i pericoli che si profilano contro la loro esistenza, ma questi pericoli non possono essere fronteggiati con azioni adeguate nel mondo della realtà. Si tende piuttosto a fronteggiarli per via di operazioni magiche nel mondo di sogno, come la disapprovazione, la condanna morale, le dichiarazioni di intenzioni, i manifesti, gli appelli all'opinione pubblica mondiale, la condanna dei nemici come aggressori, il mettere fuori legge la guerra, la propaganda per la pace mondiale e per un governo mondiale, ecc. La corruzione intellettuale e morale che si manifesta nel complesso di siffatte operazioni magiche può pervadere la società con l'atmosfera maniaca e spettrale di un manicomio, come possiamo sperimentare nella crisi occidentale del nostro tempo.»

In effetti, un attentato come quello di Barcellona, ideato a quanto sembra da una cellula islamista povera ma organizzata ed eseguito da un ragazzo non ancora diciottenne, non si può interpretare solo con un'analisi marxista o religiosa. Le questioni di questo mondo, in generale, nella vita delle persone comuni come in quella dei cosiddetti potenti, non si possono comprendere adeguatamente senza fare riferimento allo spirito e a ciò che lo condiziona, in alto come in basso. Come spiegare ad esempio certe scelte di eredi o costruttori di grandi fortune solo col piacere del potere e il desiderio di accrescerlo insieme alle ricchezze, ignorando l'altro grande e misero piacere riservato alle creature, quello di distruggere la creazione e offenderne l'artefice? Non serve nemmeno spingersi troppo in là nell'analisi, cercando magari di risalire fino ai principali protagonisti e alle origini del male. Basta riconoscere che le cause dei problemi attuali sono anche spirituali e solo risposte anche spirituali possono porvi rimedio.

I seguaci della società aperta, in quanto gnostici che vivono in un sogno basato sulla sistematica negazione della realtà, non possono capirlo e non possono cambiare, come dimostrano in Italia tanti esponenti della sinistra. Tuttavia comprendono perfettamente che è in corso una guerra simbolica che deciderà anche la loro sopravvivenza politica, per cui sono pronti a fare di tutto per mettere a tacere coloro che al sogno del politicamente corretto oppongono i fatti della realtà. Secondo Voegelin, anche se «la realtà non ha ancora distrutto il sogno», la loro sorte è segnata, perché «la politica gnostica è autodistruttiva, in quanto il suo misconoscimento della struttura della realtà conduce a un continuo stato di guerra». Ai nostri giorni si tratta principalmente della guerra al terrorismo, che in particolare nella variante di “guerra al terrore” si configura come un conflitto destinato a non finire mai, anche perché lo stesso terrorismo islamista appare come un sogno gnostico orientale nel sogno gnostico occidentale, o come un incubo nell'incubo. Ad ogni modo, i politici gnostici nostrani stanno inesorabilmente perdendo consensi e lo sanno, ma per arrivare alla loro sostituzione servirà ancora un po' di tempo, e dunque un ulteriore inutile sacrificio da parte della popolazione, vittima dei loro incantesimi gnostici – che sarebbero comunque incapaci di fermare – come quello dell'austerità espansiva o per l'estensione della cittadinanza ai nuovi schiavi del capitale. La vera questione pertanto è se i politici che li sostituiranno saranno a loro volta benché in modo diverso gnostici, cambiando ad esempio il sogno dell'Unione Europea con quello di un governo mondiale, o riusciranno finalmente ad essere semplici e bravi amministratori. Forse, se inizieranno ad occuparsi con umiltà, consapevoli dei limiti della nostra condizione umana, della spazzatura nelle strade, della gestione della moneta, dei bisogni dei più poveri, senza soffocare la naturale propensione delle persone alla trascendenza né cercare a tutti i costi di migliorare il resto del mondo, forse, con l'aiuto di Dio, qualcosa cambierà davvero.



Commenti

  1. Vivi complimenti per i contenuti. Ho trovato questo articolo digitando voegelin e diego fusaro. Forse servirebbe un articolo per spiegare perché la visione di fusaro é limitata in questo ambito. Mi sono domandato come può essere coerente fusaro quando parla dei problemi di questa società (originati dalla tradizione gnostica) alla luce di marx, hegel e gramsci gnostici pure loro. Sembra un'operazione, appunto magicamente gnostica, di supercazzolizzazione della necessaria analisi sociopoliticofilosofica. Qualcuno più addentro di me dovrebbe scrivere un pezzo su fusaro come quinta colonna dello gnosticismo imperante.

    RispondiElimina

Posta un commento

Post popolari in questo blog

La Ragione dell'Occidente

Dal capitalismo liberale al capitalismo illiberale?

Lettera al futuro