Dizionario minimo dell'intellettuale realista

(in costruzione, ad uso dei lettori del blog, aperto ai contributi di tutti)


Gnosi e Noesi


Le gnosi moderne derivano dal disordine spirituale e dalla superbia (hybris) di intellettuali che si sono illusi di poter costruire il paradiso in terra, iniziando a ri-pensare il mondo e confidando solo nella scienza, nel progresso e nella potenza dei loro sistemi teorici. Dall'idealismo di Hegel al materialismo di Marx, dal programma di Hilbert alla teoria del tutto di Einstein, dall'impero millenario di Hitler alla società aperta di Soros, la tentazione di sostituirsi a Dio ha percorso tutta la storia della modernità, con esiti spesso più simili all'inferno che al paradiso terrestre. Alla gnosi moderna si oppone la noesi antica, ovvero la ragione umile aperta alla trascendenza, tipica dei filosofi classici e dei pensatori cristiani. Esempi di intellettuali noetici del Novecento sono il filosofo Eric Voegelin, il matematico Kurt Gödel e il politico Giorgio La Pira. 


Lo Stato


Secondo una definizione scolastica proposta da Voegelin, lo Stato moderno è un'unità associativa di uomini stanziali dotata di un potere sovrano originario. Per il papa Leone XIII, lo Stato deve riconoscere la regalità di Dio e la razionalità delle leggi cristiane e quindi avere come fine il bene della comunità e la difesa delle sue parti, ma specialmente dei più poveri, dal momento che i ricchi sono in grado di sostenere da soli i propri interessi. Coerentemente con questo principio, l'articolo 1 della costituzione italiana del 1948 sancisce che la Repubblica è fondata sul lavoro (di operai e imprenditori), in opposizione al capitale parassitario (tendenzialmente monopolistico e imperialistico) che aveva generato le guerre mondiali. Negli ultimi decenni il capitale internazionale ha cercato di ridimensionare drasticamente gli stati, togliendo loro sovranità monetaria e politica, delegittimandoli con campagne contro la corruzione e i disservizi, smembrandoli in unità più piccole e favorendo l'emigrazione e l'immigrazione. Tuttavia, la riscoperta dello Stato nazionale, sussidiario e solidale, che come legislatore e imprenditore tra imprenditori orienta la sua azione al supremo bene dei cittadini, anche coordinandosi con altri stati, appare l'unica possibile soluzione politica ora che sta crollando il sogno della “società aperta” e dei vantaggi per tutti derivanti dalla liberalizzazione delle speculazioni economico-finanziarie e dalla globalizzazione dei mercati di beni, servizi, capitali e forza lavoro, rivelando gli innumerevoli danni materiali, morali e spirituali che queste illusioni hanno prodotto in intere generazioni.    


Il Sogno Gnostico


Il mondo di sogno è un simbolo filosofico sviluppato da Eric Voegelin per descrivere le società gnostiche, basate su una sistematica negazione della realtà. In questi contesti è impossibile fare analisi rigorose e quindi giungere a efficaci soluzioni dei problemi. Al loro posto si preferiscono operazioni magiche come marce per la pace o chitarre e gessetti colorati contro il terrorismo. Recentemente il mondo di sogno è stato istituzionalizzato con la creazione di zone sicure (“safe space”) nei college americani, in cui il pensiero unico del politicamente corretto elevato a ideologia totalitaria dovrebbe proteggere le giovani menti dalle micro-aggressioni della realtà. D'altronde questo concetto è studiato apertamente nelle stesse università – all'interno delle loro bolle protettive anche verso l'esterno – con espressioni e implicazioni diverse quali “echo chambers”, “filter bubbles” e “post-truth”. Sono state le parole a far cadere gran parte del mondo nel sogno gnostico e solo con un lavoro sulle parole si potrà tornare alla realtà: non basta però mostrare le contraddizioni del sogno e ripararne il linguaggio, bisogna anche avere il coraggio e la capacità di pensare nuovi concetti per il mondo che verrà. 





Aggiunta del 21/10/2017

L'uomo e le leggi


La nostra specie ha già alle spalle parecchi millenni, eppure non siamo cambiati molto né cambieremo significativamente in futuro. Siamo creature magnifiche, con possibilità straordinarie, eppure tanto fragili e facili a cadere e perderci. Ciò che realmente ci distingue dalle altre creature è la capacità di rialzarci ogni volta guardando a un Dio che si è fatto uomo, e avanzare un po' verso di Lui. L'unica ascesa, l'unica trascendenza che ci è data non avverrà come specie o gruppo sociale, nemmeno tra mille anni con l'ausilio di macchine sofisticate, ma può avvenire qui ed ora nel nostro corpo, nella nostra anima e nel nostro spirito, e al termine della nostra vita in Dio. La condizione fondamentale però è che noi riconosciamo i limiti della nostra condizione umana, che per il cristianesimo sono conseguenza del “peccato originale”, e il dramma del nostro peccato individuale che ci separa dalle leggi eterne ed armoniose della natura e del Creatore. Ogni legislazione civile, ogni idea di Stato, per essere realistica, deve basarsi su questa concezione dell'uomo. Il nostro cuore è malato. Se lo ignoriamo, altri sfrutteranno la nostra debolezza per i loro interessi. Se lo riconosciamo, individualmente e socialmente, possiamo farci risanare dall'unico medico dell'umanità, Gesù il Cristo, e curarci a vicenda con l'educazione, la solidarietà, la giustizia e soprattutto la carità che supera ogni legge.



Moneta ed Economia


La moneta e l'economia devono essere strumenti in funzione dell'uomo e della società, non il contrario. In generale, le leggi dell'economia ed eventuali accordi economici internazionali non devono essere un alibi deresponsabilizzante per i politici, ma al contrario devono sempre essere revisionabili da parte della politica, qualora si rivelassero contrari alla dignità umana e all'interesse nazionale. La proprietà della moneta deve essere popolare e quindi nazionale. Lo Stato deve poterne regolare il flusso in base alle esigenze della propria economia. Fatto salvo questo principio, è bene un certo grado di indipendenza nel Tesoro o nell'istituto deputato all'emissione e alla regolazione della moneta, come nel corpo umano è in buona parte indipendente dal cervello il cuore che regola la circolazione sanguigna. Allo stesso modo, lo Stato deve favorire la creazione e l'attività di corpi intermedi, quali associazioni di lavoratori e di imprenditori, rispettandone sempre l'indipendenza a differenza di quanto successo ad esempio alle corporazioni nell'Italia fascista. 


Debito pubblico e privato


Attualmente tutta la moneta circolante rappresenta un debito di qualcuno verso qualcun altro. In attesa che politici ed economisti inventino un sistema economico migliore non basato sul debito, bisogna sapere che la spesa a deficit, ovvero la creazione di debito pubblico, è il normale metodo di funzionamento di uno Stato. Non si tratta quindi di un male ma anzi di un bene, in quanto il debito pubblico investito nel paese si traduce sempre in ricchezza creata dal nulla per i cittadini. Per tutelare anche le generazioni future, lo Stato dovrebbe far acquistare dal Tesoro o da un altro istituto con moneta sovrana e quindi annullare eventuali titoli di debito pubblico non assorbiti dal mercato, per evitare possibili speculazioni e un eccessivo aumento del debito stesso. Il vero problema di molti paesi oggi è semmai il debito privato, ovvero la capacità dei cittadini di ripagare le banche. Purtroppo l'economia negli ultimi decenni è stata fortemente depressa dall'applicazione, specialmente nell'Unione Europea, della teoria dell'austerità espansiva, secondo cui la diminuzione del debito pubblico e quindi delle tasse genererebbe nel medio periodo un aumento dei consumi e della produzione. Nonostante il suo palese fallimento, molti ci credono ancora, mentre è evidente e provato che l'oculata spesa a deficit in funzione degli investimenti è un formidabile moltiplicatore di ricchezza. Per ovviare all'enorme pressione attuale dei debiti pubblici, infine, sarebbe possibile ed economicamente conveniente adottare un'usanza ebraica, ovvero il condono totale dei debiti ogni sette anni, all'inizio del cosiddetto “anno sabbatico”. Da notare che il tema della remissione dei debiti è presente anche nella principale preghiera cristiana, mentre per i musulmani il prestito a interesse è formalmente proibito. In fondo, basterebbe un accordo a livello mondiale tra uomini di buona volontà.





Aggiunta del 24/10/2017

Realtà e complessità


Realtà e complessità sono sinonimi, eppure per vivere abbiamo bisogno di semplificazioni, che ci permettono di risparmiare preziose risorse cognitive e organizzare efficacemente le normali attività lavorative. Questo dizionario ad esempio è un'opera di sintesi che presenta inevitabili limiti e difficoltà, eppure è realizzato col massimo del rigore e dell'onestà intellettuale di chi scrive. Allo stesso modo andrebbe compiuta ogni attività intellettuale nell'era che stiamo vivendo, segnata dal confronto con la complessità più di ogni altra epoca della storia. La sfida consiste nel saper gestire i grandi flussi di emozioni, stimoli e dati senza censurarli. I presupposti perché ciò avvenga sono la fiducia nelle capacità adattive e creative delle persone (anche ai confini del caos, purché in presenza di obiettivi chiari e condivisi) e la comprensione della natura della realtà, che nonostante i nuovi strumenti informatici rimarrà sempre difficile da interpretare e superiore alle nostre capacità di comprensione. Ogni vera intelligenza infatti nasce da uno sforzo consistente, metodico e umile, ma è l'imitata dall'indagine stessa e può illuminare solo la porzione di realtà compresa nei propri limiti. Non esiste una risposta semplice nella lotta alle “fake news”, né un facile compromesso tra le esigenze commerciali dei media e l'aspirazione individuale alla libertà di espressione, né una soluzione universalmente valida per la gestione dei flussi migratori o delle meccaniche monetarie. Eppure Dio ci ha creato capaci della complessità e ci ha instillato l'insoddisfazione di fronte a ogni risposta parziale di comodo; ecco perché la sfida della complessità è anche una sfida alla nostra umanità. Riusciremo a restare umani nell'era dei “big data” e delle “intelligenze artificiali”? Questo confronto ci renderà più consapevoli dei nostri limiti e quindi liberi? Nell'impossibilità attuale di rispondere, teniamo bene in mente queste domande. 






Aggiunta del 28/10/2017


Libertà


Secondo don Luigi Sturzo, «la libertà è come la verità: si conquista; e quando si è conquistata, per conservarla, si riconquista; e quando mutano gli eventi ed evolvono gli istituti, per adattarli, si riconquista». La libertà quindi non è una condizione in cui si è ma qualcosa che si fa, con impegno e competenza. A partire dalla dignità fondamentale della persona umana, dal singolo individuo, il desiderio di libertà si irradia nei vari corpi della società, ovvero la famiglia e poi il comune, salendo secondo il principio di sussidiarietà fino allo Stato. Per concretizzarlo occorre un costante lavoro di studio e applicazione ai vari livelli, che coniughi lo slancio ideale con le esigenze pratiche e gli interessi concreti in gioco. Se per don Sturzo la conquista della libertà si attuava soprattutto a livello comunale e in senso federalista, nella visione di Enrico Mattei si estendeva allo Stato e alla competizione internazionale, ma anche per lui era strettamente legata alla competenza tecnica, funzionale in particolare al controllo delle risorse strategiche, perché «la cosa più importante per un Paese, e cioè l'indipendenza politica, non ha valore, non ha peso, se non c'è l'indipendenza economica».





Aggiunta del 6/11/2017

Politica


Fare politica in senso stretto e nell'accezione migliore significa essere dei buoni amministratori ai vari livelli, dal comune alla regione fino allo Stato, nell'interesse esclusivo dei cittadini e a difesa della loro libertà. Ciò significa che le istituzioni pubbliche devono lasciare la massima libertà di azione ai cittadini in campo economico, culturale, sociale e politico, garantendo però nei limiti del possibile che l'interesse dei singoli e dei gruppi coincida con l'interesse di tutti. Ciò avviene principalmente in fase legislativa e poi con una costante verifica, anche giudiziaria, che porti eventualmente a modifiche delle leggi e dei regolamenti. La storia comunque ci ha già abbondantemente fornito esempi di cosa non funziona, dal comunismo al socialismo al turbocapitalismo o liberismo selvaggio dei nostri giorni, che permette di fare soldi senza il lavoro e quindi le persone, con le conseguenze che abbiamo sotto gli occhi. La buona politica pone sempre al centro le persone e la dignità umana; tutto il resto è una conseguenza, dal riparare le buche nelle strade a proibire certe speculazioni finanziare o regolare il numero dei robot al posto di quello delle persone.





Aggiunta del 15/1/2018

Nazione e nazionalismo


La nazione è una comunità caratterizzata da un’unità percepita superiore ai particolarismi locali, che permette una solidarietà interna e quindi una progettualità comune. Per fare un esempio, il trasferimento di denaro pubblico dal nord al sud è possibile in Italia, mentre non può avvenire in Europa, coerentemente con l’articolo 3 comma 3 del Trattato sull’Unione Europea, che sancisce per il mercato interno un’economia “fortemente competitiva”. Elementi unitivi di una nazione possono essere la lingua, i confini naturali o particolari eventi storici, tra cui purtroppo le guerre che cementano le nazioni col sangue dei caduti delle varie regioni, com’è successo all’Italia con la prima guerra mondiale. “Nazionalismo” quindi dovrebbe essere un termine neutro, che indica il sentimento di appartenenza a una nazione e il tentativo di perseguire nelle relazioni con l’estero innanzitutto l’interesse nazionale. Chi lo utilizza polemicamente con un’accezione negativa lo confonde spesso con l’imperialismo, ovvero con la volontà di sottomettere altre nazioni, come l’imperialismo tedesco che ha fatto scoppiare la seconda guerra mondiale rompendo la pacifica convivenza tra i “nazionalismi” europei degli anni Trenta. In ogni caso, quale sarebbe per un popolo l’alternativa razionale, anche in base alla teoria dei giochi, a perseguire innanzitutto il proprio interesse? Forse privilegiare sistematicamente gli interessi degli stranieri, sperando di ottenere in cambio le ricompense riservate a giornalisti, studiosi, alti funzionari e politici compiacenti?  





Aggiunta del 15/6/2019

Democrazia


La parola democrazia è greca (un composto di “popolo” e “forza”, “potere”) perché è stata la Grecia a far conoscere questa pratica al mondo, pur senza il bisogno di “esportarla” come hanno fatto gli Stati Uniti d'America. Da allora comunque è mutata molto, ma è significativo che fin dall'inizio sia stata osteggiata: la parola stessa infatti era usata dagli avversari di Pericle ad Atene per indicare in senso dispregiativo la “forza bruta del popolo”, ovvero la “dittatura della maggioranza”. Negli ultimi anni, in seguito all'affermarsi in vari paesi dei movimenti “populisti”, si nota una crescente ostilità di partiti e movimenti che spesso si definiscono “democratici” verso la democrazia. In particolare, si vorrebbe limitare il diritto di voto alle persone più istruite, in quanto ritenute meno influenzabili da notizie false e più inclini a votare partiti di sinistra. Bisognerebbe a questo proposito almeno accennare alla distinzione tra persone semi-colte illuse di essere libere e persone realmente colte consapevoli dei limiti, ma ciascuno ovviamente si identificherebbe a priori nel secondo gruppo, per cui vengo subito al punto ricordando perché la democrazia, diretta o rappresentativa, è comunque la migliore forma di governo. Non si tratta forse della più valida, e certamente in ogni sua fase ha mostrato numerosi difetti, ma è senz'altro la più equa, perché le conseguenze delle scelte politiche ricadono su tutta la popolazione e se negative vengono sopportate maggiormente proprio dagli strati più deboli, che non possono contare su protezioni o scappatoie. Storicamente, è sempre stato il “popolo” a pagare il prezzo più alto per le scelte sbagliate del potere, per cui è giusto che almeno al momento delle elezioni chiunque abbia la possibilità di scegliere coloro che ritiene possano meglio sostenere le sue idee e difendere i suoi interessi. 





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