Pio XI e Voegelin tra passato e futuro: habemus paper

Eric Voegelin e Achille Ratti (Pio XI)



A quanto risulta, nonostante il suo apparente trionfo, la modernità è spacciata: l'individualismo, il liberismo e l'immanentismo sono da tempo in declino, pur continuando a crescere per inerzia in alcune parti del mondo come princìpi del sistema dominante. Forse la mia generazione si accorgerà appena del cambiamento, ma vari indicatori suggeriscono in modo inequivocabile che stiamo andando in questa direzione. In politica, i segnali esprimono ancora più chiaramente il passaggio a un mondo multipolare in cui tornerà protagonista lo Stato nazionale. Forse, da qui a qualche anno, realizzeremo una “globalizzazione nazionalista” finalmente più equilibrata e vantaggiosa per tutti.

Il punto però è che per superare culturalmente la modernità dovremo anche recuperare qualcosa del passato. La questione in particolare è: torneremo al cristianesimo pre-moderno o al paganesimo pre-cristiano, mai davvero scomparso? Oggi sulla scena politica e culturale sono particolarmente influenti i rappresentanti del paganesimo, a volte nascosto dietro un velo cristiano, per cui rischiamo di fare tutti la fine dei cristiani di Costantinopoli.

Per indirizzare correttamente questa trasformazione epocale dobbiamo essere consapevoli dei limiti della modernità, ovvero di vivere ancora in un “mondo di sogno” generato dall'alienazione rispetto alla nostra essenza spirituale. Inoltre, dobbiamo riappropriarci di un linguaggio e di un pensiero capaci di esprimere la tensione trascendentale tra questo mondo e l'oltre non solo dalla prospettiva umana ma anche da quella divina, rivelata da Cristo e trasmessa dalla sua Chiesa.

Ringrazio Franco Cajani dell'Associazione Centro Internazionale di Studi e Documentazione Pio XI per avermi invitato a scrivere un articolo che mi ha costretto a sintetizzare in modo rigoroso i risultati di più di un anno di ricerche sulla filosofia politica di Eric Voegelin e la dottrina sociale della Chiesa, proposta in modo originale e profetico da Papa Ratti.

Anche se non è la versione definitiva, che verrà pubblicata in autunno insieme agli atti del convegno biennale su Pio XI e il suo tempo, ho deciso di condividerlo fin d'ora sperando possa servire a quei cristiani che, pur disorientati, isolati e in minoranza, non si fanno bloccare dalla paura e dal pessimismo, ma anzi cercano ogni giorno gli strumenti concettuali e gli aiuti spirituali necessari per contribuire in qualche misura, lì dove sono, con umiltà e senso di responsabilità, alla restaurazione cristiana della società.

Specialmente oggi, nella Festa della Divina Misericordia, dobbiamo essere convinti con Pio XI che «la Chiesa di Cristo (…) dalle tempeste anche più violente uscirà sempre più forte e gloriosa di nuovi trionfi», e che «mediante il soccorso della grazia divina noi abbiamo in mano la sorte della famiglia umana».


Qui la bozza dell'articolo:





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