L'uomo di sinistra

Alcuni ministri del governo Conte bis, forse il più "di sinistra" della storia italiana.
Selfie dal profilo Twitter di Dario Franceschini 


L'uomo di sinistra che ho conosciuto io, al netto di alcune significative varianti personali, risulta falsamente colto e intelligente, anche quando si distingue davvero dalla media, ma generalmente è bravissimo a sembrare in possesso di una cultura e di un'intelligenza superiori, fino in molti casi ad autoconvincersene. 

A differenza del comunista e dell'uomo di destra, che sanno di essere inclini al male o "peccatori", e se ne pentono o si giustificano, l'uomo di sinistra appartiene alla categoria ontologica dei "buoni", che ovviamente esiste solo nella sua testa. Ciò che fa è immancabilmente buono perché fatto da lui, mentre i suoi avversari sono cattivi in quanto lo contestato o non la pensano come lui.

L'uomo di sinistra sta al comunista come la facoltà di Economia e Commercio sta a quella di Fisica o Matematica. Ne è cioè una versione semplificata e un po' cialtrona, ma estremamente più remunerativa, almeno per qualcuno.

L'uomo di sinistra, quando accetta consapevolmente la corruzione o scivola lungo la via dell'abiezione, in quanto "buono" è capace delle peggiori nefandezze, prontamente giustificate e coperte dai "buoni" suoi simili nei vari settori della società. 

Per dirlo col filosofo Eric Voegelin, l'uomo di sinistra è uno gnostico che giustifica il suo stato di alienazione rispetto alla realtà dell'Essere costruendo un mondo di sogno, mascherato da un linguaggio corrotto, volutamente ambiguo e impreciso.

In particolare, l'intellettuale di sinistra non afferma, allude. È un campione nella conversazione brillante e pseudo-dotta, nell'arte dell'understatement e del dibattito giornalistico, non disdegna i pettegolezzi e il chiacchiericcio leggero, ma difficilmente sostiene con forza idee proprie, originali o che lo impegnino personalmente. È raro persino che si definisca di sinistra.

L'uomo di sinistra è facilmente strumentalizzabile, soprattutto da chi sfrutta la sua voglia di sentirsi buono e utile agli altri. Una volta ingaggiato quasi sempre va fino in fondo: si farebbe scannare piuttosto che ammettere di essere una pedina sacrificabile in un gioco molto più grande di lui gestito da cattivi. 

L'uomo di sinistra oggi dominante, tronfio e trionfante in vari campi, dalla religione alla cultura, dalla politica alla magistratura, è probabilmente un animale in via di estinzione nelle forme storiche che conosciamo, ma la sua radice di alienazione rispetto alla realtà è antichissima, originaria, per cui finché esisteranno su questo pianeta persone in carne ed ossa ci saranno uomini di sinistra. 

Facciamocene una ragione, anche se ci fa un po' schifo, ricordando che solo per casi fortunosi o misteriosi eventi di grazia noi stessi non siamo diventati o rimasti uomini di sinistra. 




Commenti

Post popolari in questo blog

La Ragione dell'Occidente

Dal capitalismo liberale al capitalismo illiberale?

Lettera al futuro