Lettera al futuro

 

L'autore del blog. Archivio personale


Dopo essermi rivolto ai genitori delle future generazioni, vorrei indirizzare questo post direttamente ai ragazzi (di ogni età) che ancora hanno o avranno voglia di cambiare le cose.



Come ho più volte sottolineato in questo blog, la sorte degli individui e delle nazioni dipende in gran parte dalla conoscenza, e “la verità vi farà liberi” (Gv 8, 32), ma nessun sistema di sapere umano può spiegare tutto, per cui cercate di restare sempre aperti al mistero che trascende le nostre esistenze.


Nelle faccende mondane, avere e riconoscere le informazioni giuste è potere. Essere consapevoli dei processi psicologici con cui elaboriamo le informazioni e dei loro possibili errori è un superpotere. Saper entrare nella mente delle altre persone, restarci e condizionarle è il massimo potere.


Voi però non cercate il potere ma la libertà che deriva dalla comprensione dei suoi meccanismi. E quando dovrete difendervi, o guadagnarvi una certa posizione nella vita, fatelo con le armi della conoscenza, guardando il potere negli occhi, possibilmente dall'alto in basso, affinché sia lui ad avere paura di voi, come dev'essere.


In un mondo di algoritmi e data scientist, siate qualcosa di più, diventate econometristi. Sappiate cioè applicare le tecniche della statistica e dell'informatica non solo a insiemi di dati ma un modello economico e politico della realtà. E se il modello non vi convince cambiatelo, fino a metterne in discussione le fondamenta. La vita è complessa, ma noi siamo fatti per la complessità: non spaventatevi mai davanti a un grafico o a una formula matematica ed evitate la brutta abitudine di rinunciare a capire solo per risparmiare un po' di fatica.


In un mondo di riassunti, video di pochi secondi e immagini ad effetto, confrontatevi direttamente coi testi dei maggiori autori e le grandi opere d'arte. Prendetevi il tempo di osservare, ascoltare ed essere improduttivi. Allenate il pensiero profondo, meditativo e riflessivo. Di gente sveglia e brillante ce n'è fin troppa. Voi siate il sale della pietanza, il rapporto di minoranza, il decimo uomo, quelli che fanno la differenza. Andate sempre un po' più a fondo, un po' più in alto, un po' più lontano, non per sfida né per arroganza, ma perché ne siete in grado ed è giusto così.


In un mondo di gente triste e rassegnata, portate in giro il sorriso e incarnate la speranza. Non perché pensare e atteggiarvi in modo positivo faccia miracoli, anche se è molto utile, ma perché persino in un sistema sociale totalmente di merda l'opzione migliore non sarebbe diventare una mosca di successo ma cambiare il sistema, e voi siete degli splendidi rivoluzionari. Abbiate cura del vostro corpo e della vostra mente: non abusatene e cercate di non rovinarli, ma non risparmiateli nemmeno. Sono strumenti straordinari e molto più forti di quanto immaginiate.


In un mondo in cui sono venuti meno i tradizionali punti di riferimento, per quanto potete aggrappatevi all'unica vera roccia, Gesù di Nazareth. Il percorso che inizia col dono della fede è unico e irripetibile per ciascuno, ma per tutti quelli che lo affrontano con serietà è fatto di alti e bassi, notti oscure e improvvise illuminazioni, acute sofferenze e grandi consolazioni. In fondo è simile agli altri percorsi della vita (le relazioni sentimentali, le amicizie, la carriera o la costruzione di un capitale finanziario), ma mentre tutto il resto prima o poi tramonta, solo Cristo e la sua croce restano fermi al centro della storia.


Quando vi sentirete stanchi, riposatevi, a lungo se è necessario, ma non arrendetevi all'andazzo del mondo e non cambiate strada se non per una migliore. Non vergognatevi di chiedere aiuto, anzi imparate il prima possibile che collaborando si vince insieme, quasi sempre, mentre andando da soli generalmente si va più veloce ma spesso per finire contro un muro. Quando avrete voglia di passare il testimone, pensate a coloro che vi hanno preceduto, trasmesso quanto a loro volta ricevuto e lottato per voi; chiedetevi se avete dato proprio tutto, e poi guardate serenamente a quegli altri “ragazzi” più giovani di voi, con cui state già stabilendo un patto, un'alleanza. Ricordate che nulla viene mai davvero perduto e non è nemmeno compito vostro salvare il mondo. Tutto ciò che vi viene chiesto è fare la vostra parte, aggiungere un verso alla grande poesia della vita, e poi lasciare che altri la continuino, sapendo che l'ultima parola, come la prima, non sarà umana.


Buon viaggio e, per qualunque cosa, io sono qui.


Guido









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