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Visualizzazione dei post da aprile, 2017

La canzone del maggio

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A sinistra Brigitte ed Emmanuel Macron, a destra il maggiore Bennett Marco   « E se credete ora  che tutto sia come prima  perché avete votato ancora  la sicurezza, la disciplina... » (F. De André, Canzone del maggio) Dopo i partiti tradizionali in Francia scomparirà lo Stato? Se il prossimo 7 maggio al ballottaggio delle presidenziali vincerà Macron forse sì, di sicuro verrà ulteriormente ridimensionato, a tutto vantaggio del mitico “mercato” raccontato ancora (contro ogni evidenza) come dispensatore di equità e progresso, al contrario dello Stato che la Le Pen vorrebbe forte, cattivo perché funziona creando deficit (cioè ricchezza per i cittadini e sviluppo economico). Se prendiamo per buone “le verità della televisione”, come cantava De André, lo spareggio si giocherà tra due candidati “antisistema” ma di segno opposto: da una parte il “centrista”, “moderato” Macron (che a fianco della moglie ed ex insegnante di teatro assomiglia curiosamente a  Liev Sc

Tornare alla Costituzione?

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Convegno Euro, mercati, democrazia: Come uscire dall'euro - Luciano Barra Caracciolo “Il capitalismo se non è arginato dallo Stato tenderà sempre a schiacciare la massa dei cittadini”. Questa secondo il giurista Luciano Barra Caracciolo è la consapevolezza (basata sull'esperienza diretta delle guerre mondiali) che ha spinto i padri costituenti a definire l'Italia una repubblica «fondata sul lavoro». Sul lavoro quindi in alternativa al capitale fine a sé stesso, perché «la sovranità appartiene al popolo» (Art. 1) e compito dello Stato è innanzitutto tutelare il popolo con dei “principi di regolazione del conflitto sociale ”, ovvero  rimuovere gli ostacoli alla piena partecipazione dei cittadini alla vita del Paese (Art. 3). “Questi principi sostanziali”, sostiene Barra Caracciolo, sono incompatibili coi trattati” europei, che “hanno sostituito qualsiasi programma costituzionale nelle politiche di tutti i governi a partire da Maastricht”. Già da prima però la d

Due Papi o lo Stato che verrà

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Papa Francesco I e Papa Benedetto XVI (foto dalla rete) di  LaDurezza del vivere È sfuggito a molti ( ma non a tutti ) un simposio che si è tenuto a Varsavia, “Il concetto di Stato nella prospettiva dell’insegnamento del card. Joseph Ratzinger- Benedetto XVI”, presso la sede della Conferenza dell’episcopato polacco. Sia Papa Francesco che il Papa emerito J. Ratzinger, che non vi hanno partecipato, hanno inviato un messaggio al simposio. Secondo Radio Vaticana, Papa Francesco esprime “apprezzamento per l’iniziativa volta a riconoscere la benemerita opera del Suo amato Predecessore” e “auspica che l’incontro susciti rinnovato impegno per un dialogo rispettoso e fecondo tra Stato e Chiesa in vista della costruzione della civiltà dell’amore”. Qui invece un estratto del messaggio di Joseph Ratzinger: Il confronto fra concezioni radicalmente atee dello Stato e il sorgere di uno Stato radicalmente religioso nei movimenti islamistici conduce il nostro tempo in una situazion

Gli immigrati, il documentarista e il cardinale

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Il reporter Gabriele Del Grande e il vescovo di Milano Giovanni Colombo (foto dalla rete) Scopo di questo blog è elaborare gli strumenti concettuali necessari a progettare e realizzare un futuro diverso rispetto a quello globalista proposto dalle élite, o alle versioni alternative avanzate da varie sottoculture di resistenza, che però generalmente hanno in comune con le élite una visione unidimensionale dell'uomo, non considerando la sua dimensione spirituale o appiattendola ai fini del mercato. Per questo motivo ho deciso di non occuparmi della stretta attualità, che peraltro è diventata difficilmente interpretabile a causa dell'apparente irrazionalità della classe dominante, la quale in ogni caso fa leva sull'emotività dell'opinione pubblica più che sulla ragione utilizzando tutti gli strumenti della retorica classica e dei moderni mezzi di comunicazione. Tuttavia, s ono consapevole che, come diceva un manager con cui ho lavorato, “non si può progettare il fu

Tra rovine e macerie. Il mondo che verrà

Quasi tutto è crollato o sta crollando, ma non tutto è da buttare. Ciò che è passato non può più essere ricostruito (né l'Europa cristiana, né i grandi, tragici e fallimentari esperimenti politici del Novecento, come l'Unione Europea), ma senza nostalgia possiamo salvare la sostanza dei vecchi sogni e far fruttare i semi che uomini coraggiosi hanno fatto arrivare fino a noi attraverso le tempeste degli ultimi decenni. Molte delle fondamenta si sono conservate, anche grazie al lavoro di semplici artigiani che lontano dalle telecamere continuano a riparare i muri della civiltà, e possiamo prendere spunto dai vecchi progetti perché una casa avrà sempre la forma di una casa, finché ad abitarla saranno degli uomini. Il compito storico della nostra generazione è osare una nuova progettualità, che finalmente metta al centro l'uomo nella sua duplice natura carnale e spirituale, l'uomo reale coi suoi limiti e i suoi bisogni, a cominciare da quello di relazione.

Venerdì Santo: Nella Passione del Signore

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Gesù secondo Akiane Kramarik (immagine dalla rete) di  Don Gigi Pini Giovanni 18,1-19,42 (…) Stavano presso la croce di Gesù sua madre, la sorella di sua madre, Maria di Clèofa e Maria di Màgdala. Gesù allora, vedendo la madre e lì accanto a lei il discepolo che egli amava, disse alla madre: “Donna, ecco il tuo figlio!”. Poi disse al discepolo: “Ecco la tua madre! ” . E da quel momento il discepolo la prese nella sua casa. Dopo questo, Gesù, sapendo che ogni cosa era stata compiuta, disse per adempiere la Scrittura: “Ho sete”. Vi era là un vaso pieno di aceto; posero perciò una spugna imbevuta di aceto in cima a una canna e gliela accostarono alla bocca. E dopo aver ricevuto l’aceto, Gesù disse: “Tutto è compiuto!” E, chinato il capo, spirò. (…) A contarli tutti quelli che erano sotto la croce, c’è da scoraggiarsi: quattro donne e un uomo. Delle quattro donne una era la sua mamma e l’uomo era Giovanni, l’unico dei Dodici. Abituati come siamo a tirare bilanci e a deci

Il tempo del coraggio

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La seconda carica della repubblica italiana con due agnelli (fonte  Libero ) Viviamo in un'epoca in cui sappiamo che le notizie sono spesso false e i giornalisti si comportano in diversi casi come pubblicitari o agenti di qualche servizio segreto (come rivelato da Udo Ulfkotte prima di morire). Gli intellettuali, gli studiosi e gli analisti vedono frequentemente frustrati i loro tentativi di interpretare la complessità del mondo, perché i governanti sembrano seguire più i sentimenti del momento o idee preconcette che la ragione. Apparentemente le immagini di bambini morti hanno fatto ribaltare nel giro di poche ore la politica della cancelliera tedesca Merkel sull'immigrazione e quella del presidente americano Trump sull'interventismo bellico del suo paese (in entrambi i casi con conseguenze drammatiche innanzitutto per tanti altri bambini). Questi voltafaccia sono stati subito incensati dai media, che sembrano rivolgersi a un vasto pubblico di persone semplici, anim

Ripartiamo dalle basi

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Due ragazzi in una via di Reykjavik, Islanda (archivio personale) Come ho scritto recentemente in un  post  su Twitter, penso che ci sia un gran bisogno di ripensare alcuni principi fondamentali e condivisibili su cui impostare il nostro futuro. Di seguito la mia proposta. L’UOMO E IL SUO DESTINO ETERNO Il cuore dell'uomo è malato, s econdo la tradizione religiosa cristiana in conseguenza del peccato originale . In ogni caso, come dimostra abbondantemente la storia, l'uomo non è intrinsecamente buono, ma può essere educato. Lo possono educare al giusto, al bene e al meglio i genitori, oppure la famiglia allargata e il gruppo sociale, oppure lo Stato. Sfruttando questa debolezza ci sono e ci saranno sempre corruttori organizzati o meno che cercano di dirigere i singoli così come interi popoli contro il loro interesse, ma l'ultima parola spetta sempre al libero arbitrio di ciascuno, che può rifiutare la corruzione. Duemila anni di testimonianze giunte fi