Pio XI



Se Leone XIII è il genio che con la Rerum Novarum del 1891 ha sviluppato il cuore della dottrina sociale cattolica (contenuto nel Padre Nostro) per i tempi moderni, Pio XI è lo studioso che quarant'anni dopo ha definito tanto bene la teoria da aver avuto un immediato riscontro politico, in Austria, Portogallo, Irlanda, Stati Uniti e altri paesi che cercavano risposte in seguito alla spaventosa crisi economica del 1929. Dopo la seconda guerra mondiale i principi della Quadragesimo Anno sono stati tradotti dai cattolici nella Costituzione Italiana, ma il suo successo è stato guardato con sospetto, anche perché con l'affermarsi della “società aperta” molti si sono dimenticati che lo Stato austriaco di Dollfuss doveva essere “autoritario” per difendersi da Hitler e che Pio XI pur avendo guidato la Chiesa sotto il fascismo è stato il più grande oppositore di Mussolini. L'economia mondiale d'altronde diventava sempre più interconnessa e il confronto col comunismo e i regimi socialisti faceva sembrare il liberalismo un modello comunque preferibile, per cui la “terza via” profeticamente sostenuta da Pio XI è stata sempre più annacquata. Al contrario, sono stati evidenziati i limiti dello Stato nell'affrontare le questioni internazionali, vagheggiando con crescente convinzione il “sogno” di un governo mondiale sussidiario e solidale. Solo dopo la crisi economica del 2008, causata da disfunzioni intrinseche al sistema liberale tornato slegato da ogni vincolo statale, come prima del 1929, Benedetto XVI ha iniziato a rivalutare il ruolo dello Stato nazionale e dei corpi intermedi della società così come descritti da Pio XI. Tutto il blog è percorso dalla riflessione su questi temi, ma ho scritto alcune considerazioni conclusive in questo articolo e in particolare nel commento finale.

Chi volesse approfondire può leggere il mio studio pubblicato dall'associazione CISD Pio XI.





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